“A 13 anni è stata venduta per 3.000 euro come promessa sposa
a una famiglia macedone che l’ha poi violentata, segregata e torturata con un filo elettrico. A salvarla è stata la squadra mobile di Venezia, che ha arrestato il futuro sposo 17enne e la madre di quest’ultimo.”
Una notizia di cronaca che fa saltare dalla sedia, indignare e vergognare. Si, vergognare perché è accaduto nel nostro paese, perché non si tratta di una storia da “branco” ma di una cultura
che non viene contrastata seriamente, una violenza che nasce dall’interno delle loro stesse famiglie. Quando si alza la voce contro soprusi verso le donne o ragazzine, come in questo caso, ecco che i difensori della cultura altrui si alzano in piedi e protestano.
Magari sono gli stessi che rompono le palle per due culi in tv
o per il “car wash” … tanto per capirci, gli stessi che parlano di dignità femminile. La vera offesa contro la dignità delle donne e ogni essere umano è la mancanza di libertà. Questa non è una vicenda isolata è una delle tante, è venuta fuori solo grazie all’indomito coraggio della sfortunata vittima. Meriterebbe un grosso riconoscimento per il coraggio.
Una ragazzina 13enne venduta, picchiata, torturata e violentata dal futuro sposo e dalla suocera, una storia che sembra la trama di un film horror! Questa non è una cultura accettabile, altro che comprensione e rispetto, qui non si tratta del velo ma di ferocia assassina. Un padre che massacra la figlia di botte in un centro commerciale perché senza velo, o le taglia la gola e la sotterra in giardino con l’aiuto dei familiari e cose simili non possono essere spacciate per cultura.
Non sono degni di alcun rispetto.
Ci siamo giustamente indignati per una coetanea italiana che amoreggiava sotto l’ombrellone con un sacerdote e questa ragazzina davvero coraggiosa, vale meno perché macedone? No! Queste donne e future donne vanno aiutate, liberate, occorre prevenzione, controllo e repressione. I due aguzzini devono rispondere di riduzione in schiavitù, sequestro, violenza e torture contro una minorenne, dovrebbero avere l’ergastolo ma sono sicuro che il solito “don Mazzi” di turno si farà avanti per accogliere questa sottospecie umana in una delle sue comunità di recupero
e magari faranno pochi anni di carcere. Qualcuno penserà che chi scrive è un razzista ma non importa, parliamo di bambine vendute
e torturate con fili elettrici, parliamo di violenza e di una ragazzina che non sarà mai libera di essere la donna che doveva essere: questa vicenda le lascerà un segno indelebile nel corpo
e nell’anima. E’ lei la sola vittima e i suoi genitori, che l’hanno venduta, sono responsabili quanto i suoi due aguzzini.
La Carfagna ha dichiarato che “dobbiamo accogliere tutti ma le leggi vanno rispettate. Il matrimonio forzato lede i diritti delle donne”.
Quì si tratta di ben altro cara ex ministro, si tratta di diritti umani
violati e di una bambina, altro che diritti delle donne!
E nessuno, tantomeno quello che è stato il suo governo, ha mai preso seriamente provvedimenti per controllare e prevenire queste atrocità.
Usanze diverse di culture lontane dalla nostra?
Nessuna religione o tradizione può ammettere torture, violenze
e riduzione in schiavitù. E’ di pochi giorni fa l’ennesima notizia di bambini liberati da aguzzini che li costringevano a mendicare, venduti, torturati e picchiati, nel nostro civilissimo paese.
Questa cos’è, cultura islamica, rom o che cosa?
Questa è criminalità e basta e come tale va considerata.
A me è capitato più volte di vedere vicino alla zona industriale della mia città dei bambini tra i 10 e i 12 anni mendicare, mi sono fermato, ho chiesto se erano soli, perché non erano a scuola e se avevano bisogno di aiuto.
Si guardavano intorno spaventati, sicuramente c’era qualcuno che li teneva d’occhio a distanza; una volta passò una pattuglia di cc ma non si fermarono neanche. Telefonai e dissi che c’erano dei bambini che chiedevano l’elemosina, ricordai all’operatore che è un reato e mi disse che avrebbe mandato un auto
a controllare. Il giorno dopo alla stessa ora mattutina erano ancora lì, tra l’indifferenza della gente.
L’indifferenza è l’humus che consente a ogni abominio di crescere indisturbato ma se guardassimo questi bambini e queste bambine con gli occhi di un padre o di una madre?
Forse qualcosa potrebbe davvero cambiare.
Siamo noi che dobbiamo vigilare, segnalare, denunciare senza paura: se aspettiamo le istituzioni o le forze dell’ordine, queste creature innocenti sono davvero senza speranza.
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